Teatro

'L'intervista' di Natalia Ginzburg al Teatro Carignano

'L'intervista' di Natalia Ginzburg al Teatro Carignano

Arriva martedì 3 marzo 2009, nel rinnovato Teatro Carignano di Torino, “L’intervista”, ultima delle nove opere scritte da Natalia Ginzburg per il teatro, che annovera tra i suoi più importanti allestimenti quello di Luchino Visconti e di Laurence Olivier. Valerio Binasco, regista e interprete, ritorna a confrontarsi con la prosa della Ginzburg, dopo lo spettacolo Ti ho sposato per allegria prodotto dal Teatro Stabile di Firenze nel 2005, che coproduce, con il Teatro Eliseo di Roma, anche questo nuovo allestimento. Lo affiancano, sul palcoscenico, Maria Paiato e Azzurra Antonacci. È il 1978, Marco Rozzi (Valerio Binasco), giovane giornalista, arriva in una casa di campagna per realizzare un’intervista a un importante studioso, Gianni Tiraboschi, oggetto della sua giovanile ammirazione. Ma ad accoglierlo troverà solo Ilaria (Maria Paiato) e Stella (Azzurra Antonacci), rispettivamente la compagna e la sorella di Gianni Tiraboschi. Nella vana attesa del suo interlocutore, Marco si intrattiene con Ilaria, e tra di loro si crea un’intimità non cercata che li porta a rivelarsi l’un l’altra le proprie ingenue ambizioni. A distanza di poco più di un anno la scena si ripete: di nuovo la mancata intervista, e di nuovo tra Marco e Ilaria nasce uno scambio semplice ed intenso sui sogni e le sconfitte della vita. L’incontro tra Marco e Gianni Tiraboschi avverrà solo dieci anni dopo, quando Marco avrà abbandonato il giornalismo e perso ogni interesse all’intervista e Tiraboschi si sarà ritirato dalla vita pubblica in seguito a una crisi depressiva, ma lo spettacolo termina prima. Nelle intenzioni della scrittrice, lo spunto di partenza dell’azione drammatica non fornisce un punto di vista sulla classe giornalistica, ben nota alla scrittrice. Scrive, infatti, la Ginzburg: «Non ho voluto per nulla illuminare il mondo del giornalismo di oggi, piuttosto volevo che apparisse in qualche modo l’Italia di oggi, dove tutto si dissipa e muore e ciò che resta è il desiderio confuso di mettere in salvo qualcosa che è stato bello e nobile, qualcosa che è degno di sopravvivere alla dissipazione e alla distruzione». Repliche fino al 15 marzo.